Considerazioni generali e preparazione
Capita spesso nella vita professionale di un medico di sentirsi chiedere quando sia necessario effettuare lo spermiogramma.
Capita talvolta di sentire nelle discussioni tra amici se e quando sia utile effettuare lo spermiogramma o spesso di sentire che tutto funziona perché l’erezione è buona, i testicoli sono in posizione e l’ejaculato è tanto… quindi gli esami sono inutili.
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Capita spesso di sentire che non volendo figli è inutile fare lo spermiogramma… affermazione spesso confermata da molti medici… anche specialisti… e da questi sentire che quando si vorranno figli solo allora, se ci saranno problemi, si potrà fare lo spermiogramma.
Nella cultura generale non ci si rende conto che la qualità spermatica è un processo a cui l’organismo deve provvedere continuamente e che può farlo solo se tutti gli equilibri sono in ordine e se tutte le componenti genitali funzionano bene; non ci si rende conto che le alterazioni di una o più componenti, una volta individuate, richiedono molto tempo (spesso mai meno di un anno) per essere rimesse in un equilibrio utile a dare luogo ad una spermiogenesi efficace, sempre che il tempo lasciato passare trascurando la questione lo consenta.
Quindi sapere sempre quale sia la condizione funzionale spermatica è fondamentale per poter intervenire in tempo e con i tempi e le azioni necessarie.
Nella stragrande maggioranza degli uomini, medici e non, di spermiogramma e analisi spermatica non si parla quasi mai: tutti sanno o pensano di sapere cosa sia lo sperma, sanno grossolanamente, ma anche nei particolari, da dove arriva e che effetto faccia la sua emissione… pochi hanno coscienza e conoscenza delle possibilità di analisi, per la diagnosi e la terapia, che la scienza ha messo e continua a mettere a disposizione.
Infatti le risposte nella sostanza sono abbastanza univoche e l’idea comune circolante è che lo spermiogramma vada eseguito solo se sono emersi problemi di fertilità, ovvero di difficoltà o impossibilità ad ottenere il concepimento almeno dopo un anno di tentativi… dopo aver ben verificato che il problema non sia della partner… tanto è che accade che quando emerge una difficoltà al concepimento da parte della partner allora la questione si chiude e dello spermiogramma non si parla più… fatte salve poche eccezioni.
Pochi sono poi i medici, generali o specialisti, che pensano ad una analisi più articolata del liquido spermatico, ovvero dell’ambiente in cui vivono gli spermatozoi, tanto è che nella stragrande maggioranza dei casi viene fatto eseguire lo spermiogramma ma non l’analisi del liquido spermatico per i diversi parametri oggi disponibili, parametri che in questi ultimi anni si sono rivelati fondamentali per la comprensione, la diagnosi e la terapia… spesso molto più della puntuale ricerca delle microalterazioni morfologiche degli spermatozoi.
In sintesi solo pochi medici, generali o specialisti, e in fatto nessun uomo pensa che lo spermiogramma e l’analisi del liquido spermatico possano essere l’esame di laboratorio, a volte fondamentale a volte concorrente, per valutare lo stato di salute genitale ma anche lo stato di salute generale.
In sintesi solo pochi medici, generali o specialisti, e in fatto nessun uomo pensa che lo spermiogramma e l’analisi del liquido spermatico possano essere l’esame di laboratorio, a volte fondamentale a volte concorrente, per valutare lo stato di salute genitale ma anche lo stato di salute generale.
In ragione di questo atteggiamento ci si trova ad effettuare nella migliore delle ipotesi lo spermiogramma, ma non l’analisi del liquido spermatico.
Alla luce di queste considerazioni preliminari vogliamo qui fornire elementi di riflessione e indicazioni in relazione allo spermiogramma e all’analisi del liquido spermatico che derivano dall’esperienza clinica supportata dalla letteratura scientifica pubblicata nelle maggiori riviste del settore quali andrology, andrologia, fertility and sterility, international journal of impotence research e, precedentemente, international journal of andrology e journal of andrology.
Quando fare la prima analisi spermatica?
La prima e più importante questione è quale sia l’età in cui fare questa analisi per la prima volta e quale sia la frequenza per ripeterla nel tempo.
L’apparato genitale maschile diventa funzionante a pieno in un periodo abbastanza ampio di anni che va in generale dagli 11 ai 16 anni di vita… tale periodo è quello comunemente chiamato periodo puberale. Durante esso l’individuo cresce più o meno rapidamente, cambia aspetto acquisendo i caratteri maschili, sviluppa la struttura del suo apparato genitale e diventano possibili le emissioni di sperma spontanee (polluzioni) o prodotte con la masturbazione o comunque con lo stimolo erotico (ejaculazioni)… a volte con i primi rapporti sessuali. In alcuni lo sviluppo e la piena funzionalità è relativamente molto rapida, in altri impiega più tempo, ma in generale entro il sedicesimo anno di vita ogni individuo maschio ha raggiunto e completato la maturità del proprio apparato, cosicché è nozione comune che se gli eventi non sono avvenuti entro questa età allora è necessario verificare le ragioni del ritardo e nel caso attivare le terapie.
Dal sedicesimo anno al ventesimo anno si parla di periodo adolescenziale in cui il corpo perfeziona il proprio sviluppo, così come fa anche l’apparato genitale e certamente possiamo affermare che l’individuo diventa pienamente maturo per la funzione genitale entro i 18 anni… occorrerà ancora qualche hanno per la piena maturità comportamentale e sociale… ma ciò esula dalla nostra riflessione.
Sulla scorta di questa tempistica di sviluppo si può sostenere che un maschio possa e debba effettuare la sua prima analisi spermatica intorno ai 18 anni.
Vale la pena, nel nostro Paese, marcare questa età perché ad essa l’individuo diventa maggiorenne e ciò libera dalle implicazioni medico-legali l’esecuzione dell’esame.
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Infatti è tecnicamente possibile che un giovane possa eseguire l’analisi anche prima, ma riteniamo che le implicazioni medico-legali, dalle quali deriva l’obbligo di ottenere l’assenso dei genitori, suggeriscono di riservare l’esame alla sola presenza di un sospetto patologico da definire con i mezzi disponibili, quindi anche con l’analisi spermatica.
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Effettuare la prima analisi spermatica intorno ai 18 anni, in assenza di qualsiasi segnale disfunzionale e/o patologico, consente al giovane uomo di conoscere il suo reale stato di funzionamento genitale che non può essere certamente limitato alla sola esistenza di due testicoli di corrette dimensioni nello scroto e alla costituzione di adeguate erezioni ed ejaculazioni… per quanto a tali condizioni generalmente ci si limiti da sempre: era la valutazione svolta dagli organismi militari quando veniva fatta la visita di leva… ma l’atteggiamento culturale non è per nulla cambiato e da ormai diversi anni nessuna valutazione preventiva è svolta né in età adolescenziale né in età adulta.
Un giovane uomo di 18 anni che all’analisi spermatica ottiene un risultato positivo saprà di essere sano sotto questo profilo, ma anche che altri aspetti delle funzioni del proprio corpo sono in buone condizioni.
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Un giovane uomo di 18 anni che all’analisi spermatica ottiene un risultato negativo saprà di avere in corso delle problematiche genitali e/o generali che meritano di essere valutate e corrette.
Quale frequenza e’ utile per la verifica?
L’utilità di ripetere periodicamente l’analisi spermatica, in assenza di disfunzioni e/o patologie, nel corso dell’età adulta è un’altra importante questione.
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Infatti viene spontaneo chiedersi se sia utile o meno ripetere periodicamente l’analisi spermatica quale valutazione del proprio stato di salute generale e genitale.
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Riteniamo che l’esame eseguito ogni tre anni possa essere utile in termini di valutazione preventiva, perché una buona qualità dello sperma sia per i caratteri degli spermatozoi che per i caratteri del liquido spermatico è certamente un buon indice della qualità dello stato generale dell’organismo e della qualità dello stato dell’apparato genitale.
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Nel corso dei molti anni dell’esperienza clinica ci siamo spesso ritrovati a dover valutare disfunzioni e/o patologie genitali e in particolari spermatiche senza mai poter determinare l’inizio e l’evoluzione di queste condizioni per la carenza assoluta dei dati spermatici antecedenti: in altre parole ci siamo ritrovati, ma tutti i Colleghi si ritrovano, a dover valutare una disfunzione e/o patologia senza poter conoscere il tempo più prossimo in cui il quadro funzionale era normale o se così fosse sempre stato.
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L’avere a disposizione il profilo della qualità spermatica nel corso degli anni di vita di un uomo aiuterebbe a comprendere meglio la condizione disfunzionale e/o patologica attuale e quindi a meglio decidere in termini di terapia e di prognosi.
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Ovviamente l’analisi spermatica fa effettuata ogni volta che si presenta un problema genitale disfunzionale in quanto gli aspetti che generano quel problema possono avere effetti anche sulla spermiogenesi o a volte è proprio quel problema il segnale di una disfunzione nella spermiogenesi.